La Biblioteca capitolare di Verona è un ambiente della città noto soprattutto tra gli studenti dell’Università che molto spesso scelgono questo edificio come punto di ritrovo da dedicare alla loro preparazione accademica. Ma non tutti sanno che la Biblioteca Capitolare è la più antica al mondo ad essere in attività ancora al giorno d’oggi. È Capitolare perché gestita da un gruppo di religiosi o presbiteri dotati di personalità giuridica e di autorità normativa.
Biblioteca Capitolare: un ambiente dedicato alla conservazione e valorizzazione dell’istruzione
Il luogo dedicato alla conservazione dei libri ha sempre avuto come missione la formazione disciplinare delle giovani menti. La Biblioteca vede la luce nel V secolo costruita come officina libraria dove venivano composti i libri religiosi per la formazione istruttoria dei futuri uomini di chiesa.
Essi furono i protagonisti degli insegnamenti forniti in questo ambiente didattico soprattutto nei secoli segnati da profonde crisi come quelli tra la crisi dell’Impero Romano d’Occidente e l’Alto Medioevo. La Biblioteca fu fondamentale per conservare e tramandare l’antica cultura classica nonostante il declino politico, sociale, economico vissuto dalla società dell’epoca.
Biblioteca Capitolare: la prima testimonianza scritta della lingua italiana
La nascita della lingua italiana avvenne attraverso un’evoluzione del latino creata grazie ai cambiamenti, storpiature di altri dialetti. La prima traccia di questo nuovo linguaggio si trova nell’ “indovinello veronese” scritto in un libro di preghiere liturgiche utilizzato in Spagna.
Il libro viaggiò in diversi luoghi della Penisola italiana prima di raggiungere la città veronese nel 1924. Comparve a Cagliari e come seconda tappa del suo viaggio arrivò a Pisa. L’autore del testo è un copista ignoto che lo realizzò tra l’VII e l’inizio del IX secolo. Questa importante testimonianza è conservata nella Biblioteca Capitolare della città.
La Biblioteca è centro di studio per i letterati più influenti della storia italiana
Il luogo di studio veronese divenne una tappa obbligata per chiunque amasse la cultura classica. Tra i numerosi visitatori dell’ambiente accademico ci furono anche Dante Alighieri e Francesco Petrarca. Il sommo poeta tenne un’importante esposizione di una questione di interesse scientifico legato alla sua opera più nota, Divina Commedia.
Lo scrittore poeta toscano Petrarca trovò nella Biblioteca veronese un codice sconosciuto nel suo tempo e attualmente andato perduto. Si trattava della raccolta delle lettere di Cicerone dirette ad Attico, Quinto e a Bruto.
I testi presenti nella Biblioteca
Sono diversi i volumi conservati nel luogo di studio accademico della città veronese. Grazie all’invenzione della stampa a caratteri mobili, arrivarono nella Biblioteca Capitolare i primi incunaboli. Essi erano i volumi stampati dal 1450 al 1500 dedicati soprattutto alla materia di carattere giuridico.
Oltre ai molti libri donati alla Biblioteca sono presenti anche degli splendidi lavori di miniatura. Un’arte dedicata alla decorazione delle pagine con vivaci colori ottenuti dai minerali uniti ai riflessi della foglia d’oro.
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