Tunnel di contromina: viaggio nella Verona sotterranea - itVerona

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Tunnel di contromina: viaggio nella Verona sotterranea

Tunnel di Contromina

I luoghi sotterranei suscitano sempre un fascino misterioso. Per cui non appena ho sentito dell’esistenza dei tunnel di contromina sotto i bastioni ho contattato Chiara, presidente di Legambiente Verona, perché mi portasse a vederli. Ma ha fatto di più: nel passeggiare tra i bastioni mi ha raccontato della storia dei tunnel e delle fortificazioni. Legambiente è stata la prima organizzazione a interessarsi al recupero e alla rigenerazione delle fortificazioni della città.

Il contesto

Il ritrovo è al Bastione delle Maddalene. Oggi quest’area, compresa tra la zona di Santa Marta, Porta Vescovo e via Torbido, è oggi un bellissimo parco. Poco sfruttato dai cittadini, è diventato sede del Centro di Documentazione di Verona Città Fortificata, che ha sede nella parte interrata del bastione.
Il progetto è stato finanziato da fondi dell’Unione Europea intercettati dalla Regione. Il bastione pentagonale austriaco che ha sostituito la rondella veneziana ospita al suo interno un percorso espositivo. E’ gestito dall’Ufficio Unesco, che lavora per promuovere i percorsi nati sulla cinta magistrale. Una delle ultime iniziative è stata “Tramonti Unesco”.

Tunnel di Contromina
Sala iniziale del percorso espositivo nel bastione delle Maddalene. Foto di Luca Fratton.

Legambiente Verona

La sezione di Verona nasce proprio attorno al progetto del Parco delle Mura, negli anni ’80. I volontari si occupavano di pulire i bastioni e i percorsi inaccessibili. Dagli anni ’90 iniziano i grandi interventi di ripristino in collaborazione con Fondazione Cariverona e grazie ai fondi della prefettura sottratti alle mafie. L’appoggio dell’architetto Bozzetto e del paesaggista Ballestriero sono stati fondamentali nella stesura dei progetti di restauro.
Sono stati così messi i cancelli alle poterne dissotterrate, disboscata la vegetazione infestante, effettuati scavi, installati parapetti e scalette. E’ stato un lavoro durato anni e che continua tutt’ora.

Tunnel di Contromina
Il passaggio di collegamento agli ambienti sotterranei nel Museo Centro di Documentazione di Verona Città Fortificata, nel bastione delle Maddalene. Foto di Luca Fratton.

La funzione dei tunnel di contromina

Le mura di Verona sono un complesso di circa dieci chilometri di lunghezza, quasi una città nella città. E alla complessità delle costruzioni di superficie corrisponde anche una ricca serie di camminamenti sotterranei – i tunnel di contromina, postazione di casamatta, poterne e bunker.
L’uso di scavare tunnel di mina è attestato sin dall’antichità. Lo scopo era quello di arrivare al di sotto delle fortificazioni nemiche per farle saltare. Il motivo di scavare tunnel di contromina allora può essere facilmente intuito: scavare un passaggio che intercettasse lo scavo nemico al fine di prevenire l’attacco. I tunnel sotto i bastioni nella fattispecie, erano gallerie che avevano lo scopo di agevolare i soldati ad avvertire gli scavi nemici.

Evoluzione delle fortificazioni

Le motivazioni che portarono al continuo ammodernamento e potenziamento delle mura mogistrali sono dovute primariamente all’introduzione dell’artiglieria. Esse dovevano al contempo resistere alle cannonate del nemico e fornire una collocazione agli armamenti della difesa. Le torri medievali furono sostituite da torrioni più bassi e rafforzati con terrapieni. Le postazioni di artiglieria erano poste sul piazzale superiore oppure all’interno della casamatta, un luogo chiuso con tetto rafforzato da uno strato di terra. La Repubblica veneta cotruì otto postazioni di questo tipo, le rondelle, sostuite poi dagli austriaci con i bastioni a forma pentagonale. In alcuni casi la casamatta fu sostituita dalla piazza bassa, a cielo aperto.

Sala museo
Sala multimediale nel Centro di Documentazione nel bastione delle Maddalene. Foto di Luca Fratton.

Riadattamento dei tunnel di contromina

Le poterne sono invece dei passaggi sotterranei che nel ‘500 dovevano portare alle piazze basse dei bastioni sanmicheliani. Nel cinta asburgica diventano passaggi usati per la difesa attiva, che consentivano di passare dall’interno della cinta al vallo. Quelle originali rimangono al bastione San Francesco e due al bastione di Spagna. Delle dodici poterne di origine ottocentesca tre sono murate, cinque sono ancora percorribili, mentre quattro sono state trasformate in bunker durante la Seconda Guerra Mondiale. Nell’ultimo conflitto mondiale le poterne e i tunnel vennero usati come rifugi. Furono aperti dei nuovi passaggi che davano sul vallo affinché chi fosse all’esterno potesse ripararvi all’interno. A protezione degli ingressi erano stati costruiti piccoli bunker.

Tunnel di Contromina
Cartello esplicativo all’ingresso del tunnel di contromina nel bastione delle Maddalene. Foto di Luca Fratton.

All’interno del tunnel di contromina delle Maddalene

Il tunnel di contromina delle Maddalene si infila sotto il bastione. L’aria è satura, la visibilità zero se non fosse per torce. C’è un grosso problema di presenza di radon, per cui la gente non può stare troppo e le visite non sono possibili. Le radici spaccano il muro e diramano dalla terra e appaiono venature sulle superfici. La galleria è in leggera discesa continua. Non doveva collegare nessun luogo, serviva solo per intercettare gli eventuali scavi nemici. Il percorso si snoda lungo il bastione pentagonale. Sul muro sono visibili dei buchi, a forma di condotti: gli sfiati per l’aerazione. E’ lunghissimo.

I tunnel di contromina a Porta Palio

Nella zona di Porta Palio rimangono i quattro bunker ricavati dalle poterne, ma sotto il terrapieno i resti delle mura cinquecentesche conservano lunghi tratti di tunnel di contromina. Questa galleria è oggi illuminata e corre verso sud per qualche decina di metri, mentre verso nord passa sotto la breccia e sbuca ai piedi della cortina verso San Bernardino. Le dimensione medie sono più o meno le stesse in tutti i tunnel: 1,10 metri di larghezza per quasi due di altezza.

Plastico Maddalene
Uno dei plastici commissionati da Legambiente Verona sulla storia delle fortificazioni di Verona nel Museo del bastione delle Maddalene. Foto di Luca Fratton

Il bastione dei Riformati

Il tunnel di contromina qui si biforca. Il tratto in salita porta alla poterna d’ingresso, l’altro ramo gira a destra con angolo di 90 gradi per finire ostruito di terra. Ad inizio 1800 i francesi ordinarono la demolizione delle fortificazioni veronesi. Molti dei tunnel così dovettero subire le scosse delle cariche utilizzate per demolire i bastioni, finendo per essere ostruite.
Se si eseguisse uno scavo dall’alto sarebbe possibile recuperare la poterna cinquecentesca dalla quale si accedeva al tunnel di contromina. Si tratterebbe di un inserto sanmicheliano in un bastione ottocentesco. Se questo ingresso fosse ripristinato potrebbe dar modo di iniziare un itinerario tra Santo Spirito e il bastione dei Riformati.

Ingresso Centro Parco Delle Mura
Ingresso del Centro Documentale del Parco delle Mura, nei pressi delle rondelle sulle mura magistrali. Foto di Luca Fratton.

Porta Nuova e Bastione della Trinità

Dal bastione dei Riformati verso Porta Nuova e bastione della Trinità c’è il tratto di galleria più lungo. E’ uno stretto cunicolo con volta a sesto pieno. I muri sono in muratura con elementi di calcare, ciottoli fluviali e mattoni legati insieme con malta di calce bianca. L’interramento parziale della galleria nasconde il pavimento originale. La profondità va da -12,50 metri a -11 nella zona dei Riformati. Ha uno sviluppo orizzontale di oltre mezzo chilometro. Si estende in rettilineo per oltre 350 metri per poi virare sotto Porta Nuova in direzione sud seguendo il perimetro del bastione della Trinità. L’interramento del tunnel in questo punto consente di passare solo in ginocchio. In direzione opposta il tunnel gira verso sud attorno al bastione dei Riformati per chiudersi a causa dei detriti.

Tunnel di contromina nella zona di Veronetta

Le mura dall’Adige fino alla cima sono più composite e articolate. Lunghi tratti di mura scaligere con torri e rondelle cinqucentesche. Dal fiume fino al bastione di Campo Marzo non c’è galleria di contromina. A parte il tratto di galleria sotto il bastione delle Maddalene, proseguendo oltre Porta Vescovo verso la collina i sotterranei sono costituiti da poterne e casematte. Nel caso della bastione di Santa Toscana, rondella veneziana trasformata dagli austriaci, troviamo due postazioni di casamatta disposte su due piani.

Tunnel di Contromina
Particolare della caditoia nel Centro Documentale del Parco delle Mura. Foto di Luca Fratton.

Fortificazioni collinari

Salendo si incontra la Batteria di Scarpa, progettata da Franz von Scholl, che mantenne le forme adottate dagli architetti della Repubblica nel ‘500. Oggi ospita il Centro Documentale del Parco delle Mura. Caratteristici di quell’epoca erano la casamatta destinata alla conservazione dell’artiglieria, la caditoia per la difesa piombante sopra la porta di sortita e una piccola galleria di contromina che corre tutto attorno alla rondella. La casamatta in questione presenta ancora parte del rivestimento interno originale in legno.

Centro Parco Delle Mura
Sala del Centro Documentale del Parco delle Mura a volta semicircolare in cotto, ispirata alla forma della casamatta delle Boccare. Foto di Luca Fratton.

Rondella di San Zeno in monte e della Grotta

Sotto la rondella di San Zeno in monte si scende in un primo vano interrato dove trova posto la casamatta con postazione per la cannoniera diretta a nord. Verso sud una seconda casamatta che batte il vallo. Si nota il banco di tufo entro il quale fu scavato il vallo ad opera di Cangrande; la muratura veneziana e i segni della sistemazione austriaca. Un’apertura più piccola nel vano a sinistra dell’ingresso batte l’angolo tra la rondella e la cortina.
Sotto la rondella della Grotta un corridoio porta a una grande casamatta che dà verso sud. Sopra le cannoniere si notano gli sfiati che danno sulla piazza superiore.

I sotterranei di Castel San Felice

Nei primi anni del ‘500, sul lato nord-est del castello, doveva esistere una rondella chiamata Torrione del Cariati. Di questa rimane una parte, incorporata nella gola del puntone orientale. Nel muro del torrione vennero scavate due coppie di gallerie e locali sotterranei a pianta circolare su due piani. Si trovano anche due casematte e una poterna che conduce alla piazza bassa sul fianco sud del puntone orientale. I vani sotterranei restano ancora misteriosi. La presenza continua dei militari non consente ancora l’avvio di uno studio.

Tunnel di Contromina
Immagine del vallo al di sotto delle mura scaligere collinari, oggi popolato da una rigogliosa vegetazione. Foto di Luca Fratton.

Casamatta delle Boccare

La rondella della Bacola, al di sopra della cinta verso la Valdonega, presenta due casematte sovrapposte. Ma la più bella e nota casamatta è quella della rondella delle Boccare, di forma circolare, con una serie di bocche nella volta superiore, sorretta da una colonna centrale di 8,7 metri di diametro. Nel muro una galleria gira intorno all’ambiente centrale. Non si tratta di un tunnel di contromina, ma venne costruita negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.

Il tunnel di controscarpa di San Giorgio

Recentemente è stato aperto il tratto di tunnel di controscarpa del rivellino, detto comunemente Forte San Giorgio. Il percorso camminabile va dall’Adige fino alla porta. Da lì si potrebbe proseguire attorno alla rondella fino a una casamatta interrata, ma tutto è ostruito da fango e detriti. La popolazione usò anche questo passaggio come rifugio antiaereo.
Dalla casamatta si accedeva alla poterna che conduceva alla galleria, munita di 200 postazione di fucileria. La poterna si innesta perpendicolarmente alla galleria, la quale presenta la volta in cotto e bocche di lupo per l’aerazione. Una scala elicoidale conduce al piano superiore in una galleria parallela soprastante lunga 30 metri, che prosegue passando sotto la breccia stradale. Conclude in un blockhaus oggi sepolto sotto l’angolo tra via Sirtori e via Nievo.

Rondella San Zeno In Monte
Vista della città dalla rondella di San Zeno in Monte. Foto di Luca Fratton.

Il bastione di Spagna

I sotterranei più interessanti, ma anche quelli non ancora accessibili, sono quelli sotto il bastione di Spagna, l’ultima e più perfezionata fortificazione di Sanmicheli.
Dopo porte Fura e Catena c’è bastione di Spagna. Il tunnel di contromina corre attorno a tutta l’opera, che sarebbe possibile percorrere in tutta la sua interezza se non fosse ostruito. Per trovare traccia della contromina si deve arrivare al cavaliere di San Zeno, una piattaforma rialzata che dà sulla circonvallazione interna. Qui una porta murata era uno degli accessi alla galleria. Il tunnel proseguiva fino al bastione di San Bernardino, passava sotto la porta fino al bastione San Zeno.

Il destino dei tunnel di contromina nel ‘900

I veronesi riscoprirono i tunnel di contromina soprattutto in occasione della Seconda Guerra Mondiale. Era necessario trovare rifugi antiaerei per ripararsi dai bombardamenti e così i tecnici comunali cercarono di attrezzare i cunicoli. Dall’analisi dei carteggi conservati nell’archivio comunale risulta evidente che, nella difficoltà di quel momento, vennero fatti diversi errori o molte delle elaborazioni non trovarono poi riscontro realizzativo.
Oggi molti dei condotti sotterranei e dei bastioni sono visitabili, come il Centro di Documentazione al bastione delle Maddalene. Ma è sempre possibile chiedere informazioni alla sezione di Legambiente di Verona.

Tunnel di contromina: viaggio nella Verona sotterranea ultima modifica: 2020-12-16T09:00:00+01:00 da Luca Fratton

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