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Paolo Veronese: l’impronta della città scaligera nell’arte rinascimentale

Paolo Veronese

Paolo Veronese è un pittore originario della città scaligera che ha lasciato un’impronta importante nel periodo rinascimentale italiano. Uno dei più importanti pittori veneziani del XVI secolo, sviluppa un proprio stile dedicandosi soprattutto sull’uso intenso e netto del colore. Una rivoluzione per un’epoca in cui venivano predilette le sfumature tono su tono.

Le sue opere attualmente si possono ammirare a Venezia, Verona e in uno dei musei piú importanti d’Europa, il Louvre a Parigi.

Paolo Veronese: l’influenza di Antonio Badile e l’amicizia con Michele Sanmicheli

Paolo nasce dall’unione di un modesto scalpellino, Gabriele, e Caterina, figlia illegittima del nobile Antonio Caliari. Il pittore si forma, come molti suoi colleghi, in una bottega sotto la guida di Antonio Badile. Si può notare la sua influenza nella prima opera conosciuta del Veronese, la Pala di Bevilacqua-Lazise.

Paolo Veronese – Autoritratto

Durante il periodo di formazione l’artista veronese si avvicina molto al manierismo. Esso è una tendenza artistica che nel corso del XVI e XVII secolo ha caratterizzato la cultura figurativa europea. Questa corrente non solo mira all’imitazione dei modelli michelangioleschi e raffaelleschi, ma sperimenta nuovi linguaggi pittorici.

Paolo Veronese conosce questa tendenza artistica grazie al rapporto di amicizia instaurato con l’architetto Michele Sanmicheli. Almeno così racconta il Vasari, artista noto per le sue testimonianze relative al mondo dell’arte del periodo post rinascimentale.

Le prime opere di Veronese viaggiano tra l’imitazione e la ricerca di un nuovo linguaggio

Paolo Veronese ha creato diverse opere che hanno vinto la sfida del tempo e vengono ancora oggi ammirate nei musei più importanti del mondo. Una di queste è stata fatta durante il suo periodo giovanile, il quadro dal titolo Lamentazione sul Cristo morto. In quest’opera alcuni critici hanno notato quanto fosse presente l’influenza dello stile del Parmigianino, fondamentale esponente del manierismo.

Paolo Veronese – Lamentazione sul Cristo morto

Un altro artista da cui il Veronese prende ispirazione è Michelangelo. Ciò si può ammirare nella tela Tentazione di Sant’Antonio, realizzata nel 1552 e destinata alla cattedrale di Mantova. Alcuni affreschi del Veronese però testimoniano la sua ricerca per la creazione di un nuovo linguaggio pittorico. Questo lo si può notare nelle decorazioni ad affresco eseguiti nel 1551 per la Villa Soranza di Treville, in provincia di Alessandria in Piemonte.

Il viaggio a Venezia porta il pittore scaligero al successo nel mondo dell’arte

Nel 1553 Paolo Veronese si trasferisce a Venezia e grazie alle sue opere diventa un’icona dell’arte post rinascimentale. Diverse sono le tele che il pittore scaligero realizza nella città della Serenissima. Una di queste è una pala d’altare dal titolo La Sacra famiglia e santi, essa decora la cappella Giustiniani della chiesa di San Francesco della Vigna.

Paolo Veronese viene chiamato sotto la direzione di Gianbattista Pochino a decorare tre nuove sale del Palazzo Ducale. In una di queste opere effettuata nella Sala del Consiglio dei Dieci rappresenta le caratteristiche dello stile del pittore scaligero ormai consolidate nella sua età matura. Nel soffitto della sala si possono ammirare le figure fluttuanti nello spazio al di sopra dello spettatore, colori splendidi e passaggi luminosi che fanno scomparire persino le ombre.

Paolo Veronese – Giove fulmina i Vizi

Un’opera del Veronese che è conservata al Museo del Louvre di Parigi è il grande telero, ossia un dipinto a olio applicato direttamente alla parete. Esso rappresenta Giove che fulmina i Vizi, un quadro che doveva decorare originariamente la Sala dell’Udienza.

Paolo Veronese: l’impronta della città scaligera nell’arte rinascimentale ultima modifica: 2021-06-08T09:51:56+02:00 da Martina Ortis

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