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ARTE MONUMENTI

Porta Palio, capolavoro del veronese Michele Sanmicheli

Porta Palio A Verona

Nel nostro excursus tra le grandi porte di Verona, oggi vi parliamo di quella che forse è la più bella di tutte. Realizzata nella metà del XVI secolo, Porta Palio è il capolavoro del veronese Michele Sanmicheli. Egli seppe infatti coniugare le nuove linee rinascimentali con lo straordinario contesto delle mura romane, e lo straordinario risultato di questo lavoro è ancora oggi ben visibile e apprezzabile.

La coerenza stilistica di Porta Palio

Porta Palio fu costruita nella metà del XVI secolo, tra il 1542 ed il 1557, quando il governo della Serenissima decise di rinnovare e rinforzare le difese della città. Per realizzare quest’opera fu scelto un architetto capace di coniugare l’aspetto funzionale della costruzione e quello estetico. Il risultato fu mirabile: lo stile dorico, infatti, si coniuga benissimo con la preesistente architettura delle mura romane, e la maestosa facciata in bugnato liscio richiama lo stile dei grandi archi trionfali. La porta è composta da tre ingressi, il più grande dei quali è quello centrale, e ognuno di essi è racchiuso da due colonne di ordine dorico scanalate.

Porta Palio

Tutta la maestosità di Porta Palio. Fonte: UNIPV.News – Università degli Studi di Pavia

Le porte laterali sono sormontate da un timpano triangolare di gusto rinascimentale, mentre sopra le chiavi degli archi ci sono dei busti di condottieri d’epoca romana. A lato delle colonne centrali si trovano gli stemmi della città di Verona, la facciata esterna si presenta ricca e finemente decorata, quella interna, invece, è molto più spoglia. Questa “povertà” di lavorazione, però, rende ancora più accentuata la sua funzione difensiva. Qui, infatti, Porta Palio si mostra ancor di più come un vero e proprio baluardo inespugnabile, al di sotto della quale si trovano delle gallerie sotterranee che la collegano Porta Nuova e ai Bastioni.

Il Palio del Drappo Verde

Porta Palio era in origine un accesso secondario alla città, e anche se oggi dà sul corso cittadino, in passato questa struttura veniva aperta soltanto in alcune occasioni. Per questo motivo i veronesi la chiamavano Porta Stupa, che in dialetto significa “porta chiusa”. Si utilizzava, infatti, nei giorni del raccolto e durante la manifestazione del Palio del Drappo Verde, da cui il monumento prende il nome. Questo evento era molto importante in città: si trattava di una corsa podistica che venne disputata per sei secoli, dal 1208, anno in cui il Comune trionfò contro Azzo VI d’Este e i Sambonifacio, antica famiglia guelfa veronese, fino al 1795, quando le truppe napoleoniche posero fine alla tradizione.

Porta Palio - L'arrivo Del Palio Del Drappo Verde

L’arrivo di un’edizione moderna del Palio del Drappo Verde. Fonte: Pantheon Verona Network

All’inizio questa manifestazione, più che un evento sportivo, era un’occasione di festa per tutta la popolazione. Il drappo verde era il premio per il vincitore della corsa a piedi (esisteva anche un palio a cavallo), e il relativo Palio era davvero molto celebre, tanto da ricevere anche una citazione nella Divina Commedia. Nel canto XV dell’Inferno, parlando dello scrittore Brunetto Latini (collocato nel girone dei sodomiti), Dante riferisce che egli «si rivolse e parve di coloro che corrono a Verona il Drappo Verde per la campagna».
L’evento fece scomodare, inoltre, anche San Bernardino, che nel 1534 chiese che si svolgesse lontano dalla Quaresima. La tradizione, comunque, alle fine è stata ripresa nel 2008, arrivando a festeggiare quest’anno la sua 602ª edizione.

Porta Palio, capolavoro del veronese Michele Sanmicheli ultima modifica: 2019-06-18T17:00:45+02:00 da Luigi Bove

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