Nel centro storico di Verona c’è una costruzione religiosa che ha radici storiche davvero antichissime. Proprio nell’area in cui sorge la chiesa di San Fermo Maggiore, infatti, nel 304 d.C. subirono il martirio due santi, Rustico e, appunto, Fermo. La grande devozione dei veronesi favorì, così, le realizzazione di quest’opera magnifica.
Cenni storici sulla chiesa di San Fermo Maggiore
Fu la devozione popolare, come detto, che nel V-VI secolo favorì la costruzione della chiesa di San Fermo, uno dei due santi martirizzati dai romani poco prima dell’editto di Costantino. Le prime notizie della chiesa, tuttavia, risalgono a un’età più tarda, l’VIII secolo. In quest’epoca, infatti, il vescovo di Verona sant’Annone riscattò le reliquie dei santi per farle riporre sotto la chiesa. La ricostruzione romanica della chiesa, avvenuta tra il 1065 e il 1143, si deve ai monaci benedettini. Quest’opera ha portato alla divisione in due chiese. Quella inferiore, dove si conservavano le reliquie dei santi, e quella superiore per le celebrazioni eucaristiche più importanti. L’aspetto attuale della chiesa superiore, però, si deve ai francescani, che nel 1261 avviarono i lavori di ricostruzione, terminati nel 1350. Solo quattro secoli dopo le reliquie vennero spostate nell’altare della chiesa superiore, per proteggerle dalle inondazioni dell’Adige.
La facciata francescana della chiesa è una fusione di stili romanico e gotico. Il portale, riconducibile al primo stile, è del XV secolo, e alla sua sinistra è affiancato dall’altare sepolcrale di Aventino Fracastoro, medico degli Scaligeri. La porta in bronzo, contemporanea (1997), opera di Luciano Minguzzi, racconta le storie del martirio dei due santi. Il prospetto ospita due ordini di finestroni nella parte inferiore, un ordine nella parte superiore, sovrastato da un’ulteriore trifora. Il portale laterale a bifora è coevo della costruzione, mentre l’architrave ha un fregio di fiori e foglie con al centro la statua quattrocentesca di sant’Antonio da Padova. L’affresco con la Vergine e due santi, invece, è di Francesco Morone e risale al 1523.
La chiesa superiore
L’interno della chiesa superiore di San Fermo Maggiore è a navata unica con cinque absidi. Qui si trova l’altare della Torre, barocco, che ospita il San Francesco di Bellotti. Al di sopra del portale bronzeo vi è una Crocifissione quattrocentesca di Turone di Maxio, mentre nella controfacciata si trovano gli affreschi, sempre quattrocenteschi, del Martirio dei francescani in India e sotto i Santi Dorotea e Onofrio. Nei pressi di questi affreschi, inoltre, si trova anche la bella tomba Guarienti. Moltissimi sono, pertanto, i punti di spessore della chiesa, tra altari e cappelle.
Il primo tra questi è l’altare Nichesola, che ospita la Vergine con il bambin Gesù e i santi Brandano e Gregorio ed è opera di Sante Creara. Segue la Cappella Brenzoni con l’Albero di san Bonaventura del XIV secolo e, accanto, l’urna pensile di Barnaba da Morano di Antonio da Mestre, autore anche del pulpito in marmo bianco e rosso adornato dagli affreschi di Martino da Verona. Gli altari di san Raffaele, san Francesco e san Nicola, oltre alle cappelle degli agonizzanti, di sant’Antonio e degli ultimi discendenti di Dante Alighieri completano gli interni della Chiesa di San Fermo, assieme al Mausoleo Brenzoni. Quest’ultimo, che rappresenta la Resurrezione, è risalente al 1426 è opera di Nanni di Bartolo detto il Rosso. I lati del baldacchino sono adornati con gli affreschi dell’Annunciazione e degli Arcangeli Raffaele e Michele, opere nientemeno che di Pisanello.
La chiesa inferiore
Dal transetto destro della chiesa superiore si accede alla struttura inferiore, che corrisponde alla parte più antica. Un affresco quattrocentesco della Vergine seduta in trono con Gesù bambino e due santi e la Lastra tombale del giurista Antonio Pelacani, morto nel 1327, attirano subito lo sguardo esterrefatto dei visitatori. Questa porzione della chiesa di San Fermo conserva ancora la struttura romanica benedettina. Ha una pianta a croce latina suddivisa in quattro navate, particolarità molto rara in questa zona.
Nel presbiterio troviamo un pregevole crocifisso ligneo, mentre sulla destra del transetto vi è una pietra che sarebbe la stessa su cui Fermo e Rustico furono decapitati. In ultimo, ma non per importanza, la presenza di alcuni affreschi, i più antichi della chiesa di San Fermo, risalenti a un periodo che va dal XII al XIV. I meglio conservati raffigurano il Battesimo di Gesù e la Madonna che allatta.
Un’ultima menzione, infine, va fatta sul campanile. Costruito tra il XII e il XIII secolo, ospita sei campane settecentesche che sostituirono le tre strutture bronzee originarie.