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MEMORIA QUARTIERI

Borgo Milano: storia della nascita di un quartiere

Borgo Milano

Immagine del Lido di Verona in via Galliano nel 1935. Foto da archivio privato, in Borgo Milano nel Novecento, Peccantini Davide, Edizioni Zerotre.

La storia di Borgo Milano inizia con l’inizio del Novecento. Fino a quel momento erano in vigore le servitù militari, per cui il territorio era prevalentemente agricolo, scarsamente popolato. Le poche abitazioni presenti si sviluppavano lungo la Strada Regia in direzione Brescia (l’attuale Corso Milano) e lungo la Strada Comunale di San Massimo, via San Marco.
Il primo cambiamento avvenne con la costruzione del canale Camuzzoni negli anni ’80 dell’Ottocento, dando una spinta all’urbanizzazione.

Prima di Borgo Milano: la vocazione agricola

Il quartiere di Borgo Milano, fino al 1927, fu una frazione di San Massimo all’Adige. Ne facevano parte anche i quartieri di Borgo Nuovo, Saval, Stadio, Croce Bianca, Bassona e Lugagnano. Le prime abitazioni nacquero attorno alle piccole industrie artigianali, effetto della costruzione di canale Camuzzoni. Nel 1909 l’estensione della conduttura comunale portò l’acquedotto in Borgo Milano e nel 1910 cessò il divieto di costruzione nella zona della Spianà. Negli anni 1914-1918 vennero costruire le prime case lungo Corso Milano, via Galliano, via Manzoni e via San Marco. Nel 1921 gli abitanti del quartiere si attestavano a 1.168. La bottega del maniscalco o lo stallo per i cavalli erano alcuni dei pochi esercizi commerciali. Gli abitanti si ritrovavano nelle osterie oppure, situate in poli opposti, nelle parrocchie di San Zeno e di San Massimo.

Borgo Milano - fotografia in bianco e nero di un palazzo
Casa Montresor, uno dei primi palazzi costruiti a Borgo Milano. Archivio fam. Recchia. In Borgo Milano nel Novecento, Peccantini Davide, Edizioni Zerotre.

Nasce il quartiere di Borgo Milano

Grazie alla ripresa economica e alle agevolazioni fiscali del Testo Unico del 1919 vi fu una potente spinta edilizia. Le villette furono le costruzioni private più diffuse nel quartiere, come fu tendenza anche negli altri nascenti quartieri di Borgo Trento e Valdonega e generalmente in tutta la città. Dal ’22 al ’27 si svilupparono via Baracca e via Del Prete (oggi via Bravo) con la costruzione di villette a riscatto in favore della cooperativa di sottufficiali dell’allora Regio Esercito. Tuttavia mancava un piano regolatore e l’espansione avveniva in modo incontrollato. Il regime fascista volle creare in Italia le grandi città, convertendo i piccoli comuni limitrofi, con la legge n. 877 del 2 Giugno 1927, ai capoluoghi in Comuni unici. Nacque quindi la Grande Verona, annettendo anche il comune di San Massimo all’Adige.

I luoghi di Borgo Milano

L’ingresso nel nuovo Comune dotò il quartiere di nuove infrastrutture: l’asilo Bottagisio e il Giardino Estivo. Vennero asfaltati viale Colombo e la strada da Corso Milano a Porta Palio. Sorse Ponte Catena nel 1938 in seguito a numerosi altri interventi sui ponti per collegare il Centro Storico ai sempre più popolosi quartieri oltre-fiume. L’attuale palazzo del Distretto Sanitario nacque come scuola elementare, intitolata nel 1934 all’eroe di guerra Carlo Ederle. Dello stesso anno fu anche la costruzione della prima scuola elementare ad opera della Società Anonima “Luigi Bertelè”, che portò alla costruzione di una nuova strada fra via Marconi e via Generale Chinotto. Su tutte comunque, spiccava l’ambizioso progetto del Lido Comunale: un’enorme vasca lunga 220 metri e larga 50, con una capacità di 16.000 metri cubi d’acqua. Il centro ospitava anche quattro campi da tennis e una spianata di 300 metri, con tre ordini di camerini.

La vocazione industriale

L’aumento esponenziale della presenza di industrie causò l’aumento della popolazione negli anni ’20. Tra le principali ricordiamo le officine meccaniche Sacom di Signorini con 60 operai, la Forni Antonello con 200 operai, la ditta Porta che fabbricava sedili in pelle e parti interne per la Fiat. Anche la costruzione della Stazione di Porta Nuova, nel 1922, diede un grande impulso allo sviluppo della zona sud-ovest di Verona e quindi di Borgo Milano. Incentivando, in realtà, tutta l’attività edilizia dei nuovi insediamenti cittadini. In questo clima di florida attività industriale e commerciale nacque anche la prima chiesa di Borgo Milano. Nel Marzo 1929 un capannone adibito a falegnameria infatti, dove si fabbricavano botti e sedie, divenne la chiesa provvisoria chiamata Cappella dell’Immacolata, dipendente dalla parrocchia di San Massimo. Dal 1932, con una lettera di autorizzazione dalla Santa Sede, iniziò il progetto e l’opera di finanziamento della nuova chiesa parrocchiale.

Borgo Milano -  Pianta della città
Foto aerea di Borgo Milano nel 1944 scattata dalla RAF durante i bombardamenti. Archivio privato Mauro Quattrina, in Borgo Milano nel Novecento, Peccantini Davide, Edizioni Zerotre.

La vocazione residenziale-popolare

La chiesa fu ricostruita e consacrata il 24 Maggio 1951. Verona subì notevoli danni a causa dei bombardamenti e, nel Secondo Dopoguerra, Borgo Milano si presentava urbanizzato solamente nella zona est. Ad ovest regnava ancora aperta campagna, sottoposta a vincoli militari, ed il periodo non fu facile. La maggior parte degli abitanti era senza lavoro e l’economia locale doveva essere ricostruita. Nel ’47 demolirono parte del forte Radetzky/San Zeno per costruire case rurali con l’obiettivo di spingere la ripartenza. Il traffico su Corso Milano si intensificò e fu provvisto di stazioni di servizio apposite. Si costruì il Condominio Adige mentre tra l’attuale via Marco Polo e via Napoleone sorsero le INA-Casa. Il 15 Marzo 1956 aprì l’Ufficio Postale al 12 di via Napoleone. Nel 1957 venne approvato il Piano Regolatore Marconi segnando la svolta per il quartiere, che pose la base dell’espansione per tutta la seconda metà del ‘900.

La vocazione residenziale

Le compagnie di quartiere, i problemi di circolazione delle auto, la consacrazione della Chiesa di Maria Immacolata nel ’51 e l’inaugurazione di 39 alloggi a riscatto consegnati ai ferrovieri in via Colombo nel ’60, l’aumento degli studenti delle primarie Ederle erano i segni di un quartiere in mutamento. Le cicatrici della guerra guarivano lentamente per lasciare spazio alle “preoccupazioni della vita quotidiana”. Nacquero le nuove scuole Uberti e Fedeli ad ovest, nell’area meno urbanizzata, tra i ruderi delle torrette della contraerea. Il 25 Novembre fu il giorno dell’inaugurazione dell’Istituto Salesiano San Zeno e con il grande istituto si costruiva anche l’avvenire di un quartiere destinato a diventare il più popoloso della città.

Borgo Milano - fotografia in bianco e nero di persone sulle biciclette
Corso Milano negli anni ’50. Foto D. Castellarin, Guidavamo Così, Cortella, Verona 2010, in Borgo Milano nel Novecento, Peccantini Davide, Edizioni Zerotre.

L’espansione a ovest

Negli anni ’60 continuò il grande impulso all’urbanizzazione. La zona ovest venne definitivamente colonizzata e via Calderara divenne il confine ideale tra l’est storico e l’area destinata a ospitare la nuova parte di Borgo Milano. Erano necessari sottopassaggi per l’attraversamento pedonale; crebbe l’esigenza di un trasporto pubblico efficiente e anche quella di giardini pubblici per migliorare il quartiere. La popolazione crebbe di 4.847 persone tra il ’65 e il ’68 arrivando a 27.593.
Le cause di questo aumento furono sicuramente l’apertura di nuove ditte, come la Vicentini S.p.A. nel 1974, ma anche la ricerca di lavoro che incentivò l’emigrazione dal Sud al Nord e dalle campagne alla città. L’Amministrazione divise il quartiere in zone: Stadio, Spianà, Borgo Milano-zona centrale, Borgo Nuovo, San Procolo, Navigatori. Nacque anche la seconda chiesa, nella zona ovest, grazie ai nuovi condomini eretti dalla fine degli anni ’70: la parrocchia di San Domenico Savio.

Anni ’80 e ’90: verso Borgo Milano di oggi

L’intensa attività edilizia accompagnerà Borgo Milano fino ai giorni nostri. Nella fine del XX Secolo le costruzioni residenziali aumentarono ancora. Nacquero alberghi o alloggi al posto di alcune ditte ormai chiuse. Nel 1984 la popolazione era di 40.752 persone.
Negli anni ’90 il quartiere aveva confini definiti. Non rimanevano più molti spazi verdi e la costruzione di due grandi supermercati avviò la presenza terziaria nel quartiere. Nel 1995, per la prima volta, diminuirono gli abitanti, che passarono da 42.144 a 41.783. Rimase e rimane tuttavia il quartiere più popoloso. Gli abitanti iniziarono a spostarsi nei Comuni limitrofi di Sona, Bussolengo e Villafranca. Alla fine degli anni ’90 tutto il quartiere era urbanizzato, inserito nella Terza circoscrizione, con un grande sviluppo del settore dei servizi. Alla fine degli anni ’90 emerse tuttavia che il quartiere si trovava al primo posto per numero di incidenti stradali, ben 172 tra il ’97 e il 2000.

Campi dietro le Case Mazzi
Campi dietro le Case Mazzi, all’epoca pascoli tra i ruderi dei fortini della contraerea. Archivio Germano Piccoli, in Borgo Milano nel Novecento, Peccantini Davide, Edizioni Zerotre.

La realtà sociale di Borgo Milano

Il Vescovo Zenti restituì la visione del quartiere degli anni ’90 con queste parole: Borgo Milano ha i tipici problemi della prima periferia di una grande città. In primo luogo l’anonimato, mentre mi pare che rientrino più che nella norma i casi di devianza sociale. Vi è anche la difficoltà di amalgamare persone di diversissima provenienza geografica. Si può constatare che la parrocchia (di Maria Immacolata) si mostra sensibile alle problematiche del suo territorio […].
Le parrocchie e le associazioni come l’AVIS ebbero una parte molto importante nel creare attività che stimolassero la vita sociale. Oggi Borgo Milano è una zona funzionale per raggiungere il centro storico di Verona, le altre zone della città e della provincia. La costruzione del Centro Don Calabria nel 2002 ha avviato la fase di sviluppo terziario del quartiere, confermata dalla presenza del CEMS nel 2008 e dal Centro Payanini Rugby nel 2018.

Per la stesura di questo articolo si ringrazia particolarmente il professore e storico Davide Peccantini per il confronto e la consulenza sul testo. Inoltre il libro del prof. Peccantini Borgo Milano nel Novecento, Edizioni Zerotre, è stato utilizzato come fonte principale.

Borgo Milano: storia della nascita di un quartiere ultima modifica: 2020-09-04T09:00:00+02:00 da Luca Fratton

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