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Porta Fura e la sponda dimenticata

Porta Fura Copertina

Sotto l’arco a tutto sesto di Porta Fura, passarono Prìncipi, Signori e anche Imperatori del Sacro Romano Impero. Poco prima che s’inventassero la Spiaggetta Porta Fura e il Mura Festival, questo passaggio abbandonato viveva, si fa per dire: una magnifica decadenza.

In ogni città, ci sono piccole architetture abbandonate, lasciate a se stesse, all’incuria, alla dimenticanza. Porta Fura è (o forse era) una di queste. Poco prima che s’inventassero la Spiaggetta Porta Fura e il Mura Festival, questo passaggio abbandonato viveva, si fa per dire: una magnifica decadenza.

Porta Fura, tra le porte esterne alla città: la più antica

Porta fura verona, vista adige e ponte catena

Il complesso di Porta Fura-Porta Catena era la dogana fluviale di Verona, la quale rimase attiva dall’epoca comunale fino almeno all’Unità d’Italia. La porta fu fortificata già con Cangrande della Scala, quando tra il 1321 e il 1325 fu edificata la cinta muraria di destra Adige, sotto la direzione dei lavori del Mastro Muratore Calzolaro. Inglobando all’interno delle mura anche il quartiere di San Zeno e la sua basilica.

Lo sperone in mattoni che si protende verso il fiume era il punto d’arrivo della catena, che veniva alzata sull’Adige per evitare l’ingresso di imbarcazioni in città. Costruito con il tipico stile delle architetture difensive medievali della Signoria Scaligera: angoli a spigolo vivo e tagli netti. La partenza della catena invece, era la torretta che ora si erge giusto a metà del fiume. Un baluardo fortificato tra la corrente e i mormorii dell’Adige.

Sotto l’arco a tutto sesto di Porta Fura, passarono Prìncipi, Signori e anche Imperatori del Sacro Romano Impero. probabilmente passarono di lì Ottone il Grande e Federico II di Svevia, diretti alla Basilica di San Zeno poco distante. Questo perché San Zeno, intorno al mille, era un centro politico-religioso di non secondaria importanza, dove si tenevano Diete e Assemblee politiche.

Dalla Serenissima agli Asburgo

porta fura interno e blockhaus asburgiche

Il complesso di Porta Fura-Porta catena fu rimaneggiato nel cinquecento con interventi anche del Sanmicheli. Successivamente sotto la Serenissima, che mantenne attivo il sistema delle catene sull’Adige per evitare il contrabbando di merci attraverso il fiume. A parte però qualche rinforzo alle mura, perché potessero reggere alle palle di cannone e qualche torretta aggiuntiva, l’assetto della porta rimase pressoché intatto, con i tre archi di passaggio e lo sperone slanciato verso il fiume.

Un vero e proprio rimaneggiamento si ebbe sotto il dominio Asburgico. Nel 1840 vennero rafforzate tutte le mura e aggiunte le blockhaus (ovvero casamatte tozze) di fianco ai passaggi delle porte, con feritoie per la fucileria e piccoli cannoni.

La storia di Porta Fura-Porta Catena sembra esaurirsi col Regno d’Italia. Alle volte, però, alla Storia, piace ripassare in alcuni luoghi che a un primo aspetto possono sembrare di poca importanza… Non possiamo non ricordare che un giovane Benito Mussolini, tra il 1905 e il 1906, svolse la leva obbligatoria nel corpo dei Bersaglieri. Dove? Nella Caserma Catena poi Villasanta, proprio sopra il complesso di Porta Fura. Chi lo sa, forse, vista la vicinanza, passeggiò sotto quegl’archi, tra quei passaggi stretti, ancora ignaro del destino che lo attendeva.

Porta Fura: uno sguardo al presente

spiaggetta porta fura mura festival

Oggi Porta Fura è ancora di proprietà del Demanio ed è uno dei motivi principali per il quale non è ancora stata presa in considerazione dal Comune per una prima ristrutturazione e messa in sicurezza. Cose che invece sta accadendo per altre zone fortificate della città come i Bastioni lungo circonvallazione Oriani.

Fortunatamente la spiaggetta adiacente sta rivivendo un momento di luce grazie al Mura festival, che proprio quest’anno, ha deciso di utilizzarla per creare la Spiaggetta Porta Fura. Un luogo suggestivo di ritrovo, nei fine-settimana estivi, con stand gastronomici, sdrai, ombrelloni, live DJ e tanta convivialità. Una Verona che in qualche modo, a 140 anni di distanza dalla Grande Piena, prova a riaffacciarsi da vicino al suo fiume a tornare, qual era: città fluviale.

Da Porta Fura, camminando lungo la destra orografica dell’Adige è inoltre possibile raggiungere Ponte Risorgimento e poterlo osservare da una posizione quantomeno insolita: passandoci sotto. Volendo, nei giorni in cui l’Adige lo permette, è possibile andare oltre, lungo il piccolo lembo di terra, aggrappato ai muraglioni di Regaste San Zeno, che continua fino a Castel Vecchio. Nell’ultimo tratto si possono ammirare le mura merlate e le torri da una prospettiva che ne esaspera il carattere ammonitorio e d’imponenza.

Questa stradina a ridosso del fiume, arriva fin sotto Ponte Castel vecchio, da lì in poi, è impossibile proseguire a piedi. Per ora rimane percorribile solo alcuni giorni e con le dovute precauzioni. C’auguriamo però, che possa essere risistemata e in un futuro non troppo lontano, diventi accessibile a tutti. Così da portare i veronesi (ma anche i turisti) a percorrerla, per apprezzare la città Scaligera, ancora una volta, da un’altra magnifica prospettiva.

Porta Fura e la sponda dimenticata ultima modifica: 2021-10-05T10:28:38+02:00 da Davide Grisi

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Julieta B. Mollo

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