Le immagini che immortalano gli edifici abbandonati affascinano come poche altre. Il contrasto tra bellezza e decadenza che sprigionano attira molta curiosità. Sono veronesi i quattro ragazzi che, dal settembre del 2015, gestiscono, oltre a vari social, una pagina Facebook dove “raccontano” di luoghi abbandonati e che a tutt’oggi vanta quasi 84.000 follower.
“Luoghi abbandonati” nasce da un’idea di Andrea
Andrea inizia visitando un sanatorio e da allora si innamora dell’esplorazione urbana. Preferisce “scovare” manicomi e ospedali ma non disdegna tutti gli altri luoghi, basta che siano abbandonati. Affiancato da Monica che si appassiona e si avvicina quasi per gioco alla fotografia urban, prediligendo fotografare i particolari. È la ricercatrice delle storie che si accompagnano ai luoghi visitati. Stefano è un appassionato fotografo di ospedale e ville storiche. Mentre Marco, oltre alle immagini, è addetto alle riprese con il drone e al montaggio dei video.
Molte le dinamiche che seguono l’abbandono dei luoghi
Il perché questi luoghi siano abbandonati non segue un filo logico. I motivi possono essere i più disparati: si passa dal fallimento dell’attività, dalla morte dei proprietari e la mancanza di eredi oppure, come per il caso dei manicomi, dovuto alla cessazione da parte della Pubblica Amministrazione. Molti di loro fanno parte del patrimonio artistico-culturale che per un motivo imprecisato vengono abbandonati dal giorno alla notte. Sono tantissimi i luoghi fotografati sia di Verona e provincia che in tutta Italia.
Tour virtuale tra luoghi abbandonati
Immagini che spaziano tra il Forte di Ceraino o Forte Hlawaty alla Discoteca Ombelico di Ospedaletto di Pescantina. Al Cosmic di Lazise, una delle discoteche più importanti del panorama italiano a cavallo tra Settanta e Ottanta. Dal Principe Disco Club di Legnago, allo Smaila’s Five, all’ex zuccherificio Eridania, al manicomio di Ponton e molto altro. Suggestive le 42 foto della Discoteca Cocoricò a Riccione, aperta nel 1989, fino alla fine degli anni novanta.
La caratteristica del locale è stata quella di cambiare l’allestimento delle cinque sale principali due volte l’anno, spesso anticipando mode e tendenze. Negli ultimi anni, vari contenziosi con il fisco e vicissitudini giudiziarie hanno portato a uno stato di crisi della società di gestione, terminata nel giugno del 2019 con il fallimento della società e la chiusura della discoteca.
Luoghi abbandonati di Verona: le piscine Lido
L’ultimo reportage dei quattro ragazzi è racchiuso in un album di 37 foto relative al Lido Comunale di Verona o Piscine Lido. Definito come “la piscina più grande d’Europa” e inaugurato nel 1932 venne realizzato sotto le possenti fortificazioni austriache di Via Galliano. Dotato di un’unica vasca, lunga 220 metri e larga 50, tutta in cemento, l’acqua si prendeva, grazie a una tubatura sotterranea, dal Canale Camuzzoni che a sua volta la prendeva dall’Adige. Chiuso dal 2017 per mancanza di accordi tra il Comune di Verona e il gestore delle piscine Lido. All’interno degli spogliatoi regna il degrado totale, e in questo momento sono abitate da senzatetto.
Grazie a questi ragazzi e a questo genere fotografico particolare, molti luoghi abbandonati tornano nuovamente in vita. Dando la possibilità a tante persone di esplorare e ammirare, anche se in maniera virtuale, luoghi che normalmente verrebbero visti solo dall’esterno.
Immagine in evidenza: Il Forte di Ceraino o Forte Hlawaty sorge nel territorio del comune di Dolcè (Vr).
Foto di proprietà di “Luoghi abbandonati”.