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EDIFICI STORICI QUARTIERI

Il quartiere Trento e l’equivoco del Liberty

Il quartiere Trento e l'equivoco del Liberty

Passando per Verona dalle parti di San Giorgio e Borgo Trento è facile incantarsi a osservare degli edifici particolari. Risaltano come qualcosa di anomalo ma di grande bellezza: sono le prime ville comparse nella zona. Il quartiere Trento e l’equivoco del Liberty riguarda l’erronea classificazione del loro stile architettonico.

Prima di Borgo Trento: la Campagnola

La zona occidentale dell’Adige è rimasta senza interventi edilizi fino al primo novecento. Si trattava della Campagnola, divenuta poi Borgo Trento. I primi edifici sporadici comparirono intorno alla metà dell’800. In quell’area sfuggita alla “spianata” creata dalla Serenissima per impedire alle truppe nemiche di costruire ripari e avamposti. Per vedere invece le prime ville e i primi condomini occorse aspettare sino al primo ‘900, durante il Ventennio fascista. La pianificazione urbanistica seguì il progetto ispirato alle idee di città-giardino dell’inglese Ebenezer Howard. Le prime costruzioni apparvero sui terreni della famiglia di Luigi Trezza, concessionario della ditta di riscossione delle imposte. Il quale acquistò, inoltre, altri appezzamenti a Santo Stefano Extra, nella stessa Campagnola e ad Avesa. L’assetto urbanistico stava cambiando radicalmente.

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Un nuovo assetto urbanistico: il quartiere Trento

La costruzione di Ponte Neville nel 1864 (ora Ponte Garibaldi) aveva lo scopo di agevolare il commercio col Trentino, che avveniva per via fluviale. Ma il ponte avrebbe anche collegato il centro città con il nuovo quartiere, dove nel 1871 si estese la numerica arrivando a Borgo San Giorgio. Vennero innalzati gli argini dell’Adige e realizzato il canale che provocò la nascita del Basso Acquar. Infine, il ponte di Castelvecchio aprì al pubblico nel 1892. Queste particolari circostanze, quindi, finirono per determinare un certo tipo di residenti. La controversa vicenda del pedaggio di Ponte Garibaldi “selezionò” il pubblico dei passanti abituali. Il pedaggio, pensato originariamente per recuperare le spese di costruzione, era sostenibile solo dalla fascia più abbiente. A questo l’Amministrazione aggiunse imposte sui fabbricati recenti, molto più valutati rispetto alle zone prestigiose della città.

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Il quartiere Trento e l’equivoco del Liberty

Se le ricche famiglie continuavano a occupare i palazzi del centro, la borghesia invece iniziava a stabilirsi nei nuovi quartieri. Sui quali Ettore Fagiuoli fu uno dei primi architetti a intervenire. Eseguì i suoi progetti di villa Bassani, Cipriani, Fanti, Salvetat, Rovato, Tedeschi tra il 1910 e il 1914. E benché si creda che siano ville in stile Liberty, in realtà erano ispirate a un certo eclettismo di origine lombarda. Fagiuoli aveva assimilato queste nozioni a Milano nei suoi anni di tirocinio. Le forme eccentriche e inusuali si rifanno ai repertori medievali e rinascimentali. Avevano l’obiettivo di rendere un gusto ad un tempo aristocratico nelle forme e innovatore nel promuovere un nuovo canone di bellezza. Dovevano inoltre essere in sintonia con le più recenti proposte artistiche. Era l’atto visivo, ma concreto e definitivo, con il quale la borghesia di esponenti come Achille Forti affermava la propria nascita.

Il quartiere Trento verso l’affermazione

Specialmente durante gli anni della Prima Guerra Mondiale, la famiglia Trezza dovette cedere numerosi appezzamenti. Dall’inizio degli anni ’20 videro costruirono nuovi importanti edifici. Lavorarono i più celebri architetti veronesi, tra cui l’esordiente Italo Mutinelli. Tra gli altri lo stesso Fagiuoli, che nel ’22 creò Villa Beghini. Il progressivo declassamento della zona consentì la costruzione di abitazioni meno lussuose e imponenti e l’ingresso da parte della media borghesia. Si aggiunsero i piccoli nuclei residenziali caratterizzati da una maggior omologazione stilistica. La Campagnola abbandonava la sua origine agricola alimentata dal fiume Lorì e sviluppava una più fitta rete stradale. L’inizio degli anni 30′ vide il rilancio per i terreni dei Trezza. La costruzione di Ponte della Vittoria e Ponte Catena nel ’29 e l’apertura di via Quattro Novembre nello stesso anno consacrarono lo sviluppo dell’area.

Il quartiere Trento e l’equivoco del Liberty ultima modifica: 2020-07-08T09:43:10+02:00 da Luca Fratton

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